Bambini / Ciao, sono Michele
Ci sono tanti modi di descrivere la frattura che in ogni società, che sia una famiglia, l’Italia o oggi il mondo, segnala la necessità di un rinnovamento. Ogni crisi è insieme il pericolo del crollo di un ordine e l’opportunità per un rinnovamento, e siamo sempre in crisi. Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, o Dalla parte delle bambine di Elena Giannini Bellotti, alcuni dei Comizi d’amore di Pasolini si mettono in ascolto e dalla parte di quello che è reale e nascente. La Morante secondo me lo fa in modo meno letterario e più efficace nel magnifico Aneddoti infantili pubblicato alcuni anni fa da Einaudi raccogliendo cose sparse, che probabilmente lei non avrebbe neppure immaginato potessero fare un libro. Ma lo fanno, e magnificamente.
Cosa fanno dunque i bambini in una società e dove sono finiti nella nostra? Racconto un aneddoto che mi aiuta ad avvicinarmi al punto. Mia madre è morta quasi un anno fa e naturalmente i primi mesi sono stati piuttosto cupi. Uscivo la sera con il cane, fumavo qualche sigaretta e aspettavo che la nostalgia della sua vita la smettesse di tirarmi via dalle cose in cui vivevo. Questo era ovviamente visibile, mi si leggeva in faccia, tanto che in uno di questi tardi pomeriggi un bambino di sette o otto anni in monopattino, passandomi vicino, mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto con grande decisione: ciao, sono Michele, ed è sparito.
La malinconia del lutto ha iniziato a finire quel giorno, e leggendo i meravigliosi aneddoti di Elsa ho iniziato a chiedermi perché sia così straordinaria la voce che emerge dall’infanzia. Una voce che ancora non spiega, che affronta il mondo con un coraggio che hanno solo i bambini, prende in giro tutti i sistemi di pensiero tra cui nasce, che siano la religione, il socialismo o il fascismo, che sente così intensamente la presenza umana, anche di sconosciuti, e li iscrive in un paesaggio. Che è quello che fanno i poeti, gli artisti, i visionari. Le costruzioni sociali a cui si aderisce, persino i nostri sentimenti, appaiono ridicoli.
Un bambino intuisce la realtà come un animale che fiuta cibo e tempesta, capisce che c’è pericolo dove il tono delle voci si alza, o semplicemente diventa fasullo, così come il calore di un abbraccio, di un rifugio, o il piacere della lotta e, come Elsa, ha la straordinaria capacità di idealizzare uno sguardo, una timidezza, e farne il nostro amore. L’amore segreto per un compagno o una compagna di classe che in età prepuberale può incendiare l’immaginazione, togliere il fiato. Credo che sia da quella parte che si mettono Elsa Morante e la Giannini Bellotti, i racconti di Gianni Celati, le rivoluzioni. Questa non è la giovinezza spensierata e consumista, piuttosto la drammatica passione per la verità che percepisce tutta l’arbitrarietà del mondo adulto, dei titoli e del denaro, che si muove istintivamente per cogliere il mondo prima che si cristallizzi in luoghi comuni. La bellezza di Michele, che vuole togliermi dal viso l’ombra che la perdita di mia madre mi ha lasciato per qualche tempo e che, come un vero angelo, fa davvero sparire. E spero, raccontandolo, anche a qualcun altro.