Il Mondo di Letizia
Con la grazia e la generosità di una perfetta padrona di casa d’altri tempi, Letizia ci spalanca la porta e ci fa entrare nel suo mondo privato, mettendoci a parte dei suoi gusti, delle sue preferenze, nella forma molto attuale della playlist. Quale meravigliosa occasione per conoscere meglio il candidato sindaco al comune di Milano!
Partiamo dunque dai film. Il primo della lista è Luci della città: più che il povero vagabondo Charlot che incontra la fioraia cieca, viene da pensare che a Letizia questo film e questo titolo facciano venire in mente la propria città e la sua illuminazione, della quale va evidentemente fiera. Non a caso, secondo una strategia del “buon vicinato” che ricorre di sovente in queste playlist, i due titoli successivi sono Fantasia e Miracolo a Milano.
Scorrendo l’elenco si scopre poi una Letizia fortemente volitiva e amante delle avventure: troviamo infatti La donna che visse due volte (ogni riferimento alla sua possibile rielezione non sembra affatto casuale), 007: Licenza di uccidere (il suo avversario è avvertito), I duellanti (dal quale sembra aver appreso l’arte della stoccata finale alle spalle), Indiana Jones (l’ultima crociata?) e Il Ciclone (in questo caso, più che al film, la predilezione sembra dovuta al titolo nel quale forse ama identificarsi).
Non mancano comunque titoli che ne rivelano il lato più femminile (Profumo di donna) e ottimista (La vita è bella). In quanto a Il Padrino e a Il dittatore dello stato libero di Bananas c’è il sospetto che siano stati introdotti in modo fraudolento da qualche sostenitore di Pisapia, trattandosi in entrambi i casi di maschere sin troppo trasparenti (l’una drammatica, l’altra comica) del Cavaliere. Mentre è evidentemente pensando proprio a Pisapia che Letizia ha introdotto nella sua playlist Forrest Gump.
E veniamo all’elenco dei libri. Qui, in cima alla lista è piazzata La Sacra Bibbia: pietra di fondamento su cui con tutta evidenza riposano solidamente lo spirito e la cultura di Letizia.
Per quanto riguarda gli altri titoli va rilevata la presenza di due Tolstoj (Guerra e pace e Padre Sergij) e di un Solzenicyn (prevedibilmente Arcipelago Gulag). Colpisce poi la presenza di diverse scrittrici: Karen Blixen (Racconti d’inverno), Marguerite Yourcenar (Memorie di Adriano), Elsa Morante (L’isola di Arturo e La storia), Isabel Allende (La casa degli spiriti).
Non mancano titoli che mettono in luce la cultura pluralista e multietnica di Letizia: Mappe per amanti smarriti del pakistano Nadeem Aslam, La strega di Portobello del brasiliano Paulo Coelho, Mille piccoli soli dell’afgano-americano Khaled Hosseini, Shantaramdell’australiano Gregory David Roberts.
Qualche altro titolo sembra avere un valore più che altro metaforico: Cent’anni di solitudinedi Gabriel Garcìa Márquez, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Labyrinths di Jorge Luis Borges (la particolare edizione citata vuole forse far intendere che Letizia lo ha letto in inglese?).
Da ultimo rimane La strada di Cormac McCarthy. E qui viene da chiedersi come possa piacere a Letizia un libro del genere, agghiacciante proiezione di un futuro post-catastrofico. Ma poi tutto si chiarisce: anche questo titolo va inteso in senso metaforico: così sarà (o sarebbe) il mondo dopo Pisapia.
Tutto degno di nota è l’elenco delle fiabe predilette da Letizia: Bambi, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, La piccola fiammiferaia, Le fiabe dei fratelli Grimm, Mary Poppins. Ciò che esso evoca è al tempo stesso una rassicurante mamma Letizia e una tenera e incantata Letizia bambina. Se tuttavia in Mary Poppins non è difficile scorgere una volontà d’identificazione, cosa dire della bella addormentata nel bosco? e di Cenerentola? e della piccola fiammiferaia? Il mondo delle fiabe – al pari di quello dei sogni – è il luogo di proiezione dei desideri più inconfessati e delle paure più intime.
Ma è scorrendo alcuni titoli delle fiabe dei fratelli Grimm (Il pifferaio di Hamelin, Il ladro e il suo maestro, Il fuligginoso fratello del diavolo, Gentaglia) che è dato rintracciare le radici dell’atavico conflitto con l’“orco cattivo” Pisapia.
Rimane da analizzare la “classica” playlist musicale. Qui Letizia mostra gusti ondivaghi: si va dai Beatles a Michael Jackson, dagli Eagles ai Duran Duran, da Luigi Tenco a Vasco Rossi. In mezzo a generi musicali diversi tra loro, non manca ancora una volta una serie di titoli “a chiave”: alcuni vanno intesi come un inno (Milano di Lucio Dalla, My way di Frank Sinatra); altri come un’aperta sfida nei confronti del suo avversario (La musica è finita di Ornella Vanoni, Una domenica bestiale di Fabio Concato, E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo); altri ancora sono più ambiguamente oscillanti tra il timore e l’auspicio (L'anno che verrà dello stesso Dalla). Ma senza ombra di dubbio Everything I do I do it for you di Brian Adams risuona come un ultimo, accorato appello di Letizia agli elettori.
Ecco qui il sito sul mondo di Letizia: http://www.letiziamoratti.it/mondo