Comics sotto l'ombrellone
Ultime battute d'estate. Niente di meglio dunque per godersi questo ultimo scampolo (o inizio tardivo) di vacanza, che tuffarsi nella lettura di un fumetto. Qui per voi alcuni fra i libri più belli e significativi usciti in questi ultimi mesi.
L'arabo del futuro, di Riad Sattouf
Riad Sattouf è certamente un artista poliedrico: fumettista pluripremiato, regista cinematografico (vincitore ai Cesar con l'opera prima Les Beau Gosses), collaboratore di Charlie Hebdo fino al 2014 con la striscia La vita segreta dei giovani. Con il libro a fumetti L'arabo del futuro Sattouf decide di affrontare la propria storia personale. Nato nel '78 a Parigi da madre francese e papà siriano, Riad passerà la propria infanzia fra la Libia di Gheddafi, l'Algeria e la Siria. Il risultato di questo racconto in prima persona è un libro assolutamente straordinario, prima parte di un racconto destinato a proseguire, con una narrazione che mescola la naïveté del piccolo Sattouf, spaesato e sballottato al seguito del padre, che decide di diventare insegnante universitario in Libia prima e in Siria poi, con una voce narrante secca e disincanta che fa di ogni vignetta uno scontro fra un passato pieno di speranze e aspettative e un presente di consapevolezza delle brutalità nascoste fin dai primi anni dei regimi di Gheddafi e Hafiz Al-Asad. Questo viaggio sarà anche l'inizio di una educazione musulmana affrontata senza retorica e senza moralismo (da questo punto di vista il primo incontro fra Riad e i nonni siriani è tragicomico e terrorizzante tanto quanto quello con la nonna che vive nel nord della Francia). Questo primo volume copre gli anni dal ‘78 all' ‘84 e coniuga con grande intelligenza un disegno figlio di classici del fumetto popolare francese come lo Spirou e Fantasio di André Franquin, con una interessantissima scelta nell' uso del colore (bianco e nero, con blocchi narrativi caratterizzati dall'uso di un solo colore aggiuntivo che cambia ogni qual volta cambia il paese in cui è ambientato il racconto), che accresce quel senso di oppressione totalizzante e contrapposizione drastica vissuta dal protagonista. Un libro importante, per capire molte delle dinamiche profonde che oggi agitano il dibattito pubblico europeo.
Destino 2099 Voll. 1 e 2, di Warren Ellis e AA.VV.
Correva l'anno 1993, la Marvel Comics era ancora lontana dall'essere un colosso globale dell'industria dell'intrattenimento. All'epoca i fumetti erano il suo core business e proprio il mondo dei comic books in quegli anni stava vivendo una rivoluzione copernicana, una sorta di grande "bolla speculativa" a base di decine di cover variant e di una raffica di nuovi titoli messi sul mercato dalla Image Comics, casa editrice fondata da alcuni degli assi delle matite Marvel e DC comics quali Jim Lee e Todd McFarlane. Questi disegnatori, dopo anni di lavoro al servizio di personaggi di proprietà altrui, si misero insieme per creare i propri personaggi e i propri universi narrativi, con relativa appropriazione al 100% dei diritti di sfruttamento. Fra le varie strategie apportate dalla Marvel per rispondere a questo momento di crisi ci fu il progetto Marvel 2099 ovvero una serie di testate mensili ambientate in un universo narrativo futuribile datato 2099. Cosa ne sarebbe stato dei personaggi Marvel di lì a 100 anni? Le serie – fra le quali Uomo Ragno 2099 – ebbero un discreto successo ma in un mercato ormai assuefatto all'idea di novità ben presto le vendite iniziarono a scendere. Uno in particolare di questi titoli era il più curioso e in qualche modo sperimentale: Destino 2099, che vedeva come protagonista lo storico nemico dei Fantastici 4 Victor von Doom ovvero Dottor Destino, monarca della immaginaria nazione di Lavteria, una sorta di Transilvania dell'universo Marvel con tanto di castelli e gitani. A ravvivare dal numero 24 questa testata così inconsueta venne chiamato Warren Ellis, scrittore inglese all'epoca poco più che venticinquenne distintosi in patria su storie brevi e script per Judge Dredd. Ellis darà subito prova di quello smisurato talento che di lì a pochi anni porterà a opere quali Planetary e Stormwatch, fumetti che ne hanno fatto uno dei protagonisti assoluti della rivoluzione del fumetto mainstream americano degli anni ‘90 e 2000. Nelle mani di Ellis, Destino 2099 diventa un'opera in cui si mescolano elementi cyberpunk, fantascienza dispotica e acute riflessioni sulla politica e l'economia: con un colpo di stato Destino diventa presidente degli Stati Uniti, destituendo un governo fantoccio nelle mani di un cartello di multinazionali. Questo è solo l'inizio di una saga unica nella storia della Marvel per ambizione narrativa e politica. Ellis orchestra con equilibrio una potente allegoria del capitalismo 2.0: in Destino 2099 convivono la grande tradizione del fumetto Marvel e un apparato concettuale che non teme di tirare in ballo citazioni tratte fra gli altri da Jung e Chomsky. Panini Comics ha appena pubblicato il secondo dei due volumi che raccolgono il ciclo di storie scritte da Ellis. Dopo l'iniziale smarrimento dovuto ad un racconto che inizia brutalmente in medias res non potrete non rimanere rapiti da una narrazione che con assoluta intelligenza e una sana dose di sbruffonaggine, mescola riflessioni filosofiche con scazzottate e raggi laser.
Pillole blu, di Frederik Peeters
Frederik Peeters è certamente uno dei fumettisti europei più interessanti e sorprendenti. Lo scrittore e disegnatore originario di Ginevra, si muove oggi fra le ambientazioni fantascientifiche di opere come Aâma e Lupus e le storie poliziesche di RG. Questa dimestichezza nell'affrontare ardite e mai banali rivisitazioni dei canoni del genere gli deriva forse dall'aver superato nel suo primo vero e proprio romanzo grafico datato 2001 la storia più difficile che avrebbe mai potuto raccontare: Pillole blu è la cronaca della nascita dell'amore fra l'autore e la sua compagna, affetta da HIV. Seguendo un andamento non lineare, che si muove avanti e indietro nel tempo della loro storia, Peeters restituisce al lettore l'entusiasmo della prima passione, lo sgomento nello scoprire la malattia, virus infido che colpisce implacabilmente l'intimità, e il coraggio suo e di Cati nel rompere dagli schemi, affrontando la malattia a testa alta e senza pregiudizi. Materiale come immaginerete difficilmente maneggiabile che Peeters ripulisce di ogni orpello sensazionalistico, grazie ad un bilanciamento perfetto fra quotidianità e poesia, racconto in prima persona e improvvise virate verso il fantastico. Questa nuova edizione del libro pubblicata ad inizio estate da BAO Publishing, si arricchisce di una appendice datata 2014 in cui l'autore interroga tutti i protagonisti della storia cercando di investigare le conseguenze dell'uscita di quel libro, con il quale ciascuno di loro aveva offerto al pubblico una storia così intima e privata.
Il porto proibito, di Teresa Radice e Stefano Turconi
Un senso di grandiosità e smisurata avventura anima Il porto proibito, ultima fatica della coppia – nell'arte e nella vita – formata da Teresa Radice (sceneggiatrice) e Stefano Turconi (disegnatore). I due autori, affermatisi sulle pagine di Topolino con storie a base di paperi e topi, hanno distillato nelle 300 pagine di questo loro primo lavoro espressamente rivolto a un pubblico adulto, anni di ricerche appassionate che partendo da Coleridge, Wordsworth e Blake, hanno dato vita a quello che è per il sottoscritto ad oggi il più bel libro a fumetti italiano del 2015. La storia inizia con il giovane Abel, naufrago senza memoria recuperato a inizio '800 al largo del Siam. Da questo salvataggio avrà inizio un'avventura fra terra e mare, dove grandi imprese fra le onde convivono con il mistero e la magia. Il senso di meraviglia è dato poi non soltanto dalla splendida capacità affabulatoria della Radice, ma anche dal disegno assolutamente superlativo di Turconi. I due hanno fatto una scelta per certi versi radicale: per un racconto così smaccatamente vecchio stampo e larger than life, hanno optato per il semplice disegno a matita. Niente colore, niente chine, solo grafite su carta. Questa decisione apparentemente minimale rende ancora più grandioso il risultato, con un piacere per la lettura che a ogni pagina lascia spazio alla meraviglia del trovarsi di fronte ad un segno "nudo", dove convivono flessuosità disneyane a tratti quasi erotiche, e una precisione certosina nella ricostruzione di scenari, oggetti, ambienti. Il porto proibito dona al lettore, con una storia dolente ma carica d'amore, un senso autentico d'avventura pieno di poesia. Un grande lavoro che speriamo possa varcare presto i confini nazionali.
Sandro, di Alice Socal
Se il fumetto italiano d'autore sta vivendo un periodo estremamente vivace e creativo, parte del merito va sicuramente a quelle case editrici che sanno accompagnare artisti – spesso giovani e alla prima prova sul volume monografico – nel processo di affinamento e definizione del proprio racconto a fumetti. La torinese Eris è certamente fra queste e porta avanti con dedizione, coraggio e un pizzico di follia un approccio maieutico nei confronti dei suoi autori esordienti. In questo senso Sandro di Alice Socal, rappresenta uno fra i libri più interessanti del 2015. In punta di matita, con uno stile che mescola reminiscenze infantili e geometrie labirintiche, la Socal racconta la storia di un ragazzo come tanti che non vuole crescere, vittima compiacente di un amico immaginario avuto fin dall'infanzia che da angelo custode si è ben presto trasformato in implacabile carceriere in una condizione esistenziale vuota e solitaria. Racconto certamente generazionale, Sandro è un'istantanea che tenta di mettere a fuoco un sentimento quanto mai diffuso di spaesamento nei confronti del presente e del diventare adulti. Il fatto stesso di crescere genera altri fantasmi, altri amici immaginari sotto forma di demoni motivazionali votati al profitto e alla negazione di sé. Materia incandescente come potrete immaginare, che la giovane autrice (classe 1986) riesce a maneggiare con inaspettata leggerezza, senza mai dimenticare quanto di cupo e asfissiante si possa celare nell'abbraccio stretto e senza fine di un grande e rassicurante orso immaginario.
Qui, di Richard McGuire
L'anno fumettistico italiano è stato certamente segnato dall'uscita della traduzione di Here di Richard McGuire ad opera di Rizzoli Lizard. Opera spartiacque, frutto di una rivisitazione ed espansione di un racconto breve di sole 6 pagine dello stesso McGuire comparso originariamente sulla rivista Raw nel 1989, Qui racconta la storia millenaria di un preciso angolo di mondo (vedi il video della prima versione). Il punto di vista scelto per inquadrare l'universo nelle tavole a doppia pagina di cui si compone il libro è sempre il medesimo, mentre ciò che si muove e cambia è il tempo o meglio ancora le diverse epoche che occupano la pagina. Un angolo di un salotto di una casa è stato millenni prima il luogo del passaggio di dinosauri, piuttosto che nel 1600 il territorio nel quale vivevano un gruppo di nativi americani. Sfruttando la caratteristica unica del fumetto di circoscrivere nella vignetta un ben preciso qui e ora del tempo e dello spazio, McGuire ha dato vita a un racconto poliedrico, non lineare, inesauribile in cui il senso di nostalgia per il tempo che scorre si fa vertigine che proietta un piccolo gesto domestico direttamente nella Storia del Cosmo. Non pago, l'autore americano ha lavorato alla realizzazione di una versione eBook completamente interattiva di questa nuova versione di Qui, che amplia il carattere potenzialmente infinito di fruizione del suo testo. Il risultato è una ulteriore versione del libro che grazie alla dimensione tattile della lettura su tablet moltiplica la mise en abyme sulla quale è costruito questo graphic novel assolutamente unico. La versione per ipad è acquistabile qui.