Le pulizie elettorali
Nella strada dove abito stanno ridipingendo i lampioni. Potrebbe sembrare un intervento di manutenzione ordinaria, non fosse per la fretta da “comica finale” con la quale i due incaricati lo eseguono: l’uno in piedi, armato di un pennello che agita forsennatamente intorno alla base del palo, l’altro paurosamente oscillante su una pedana mobile. Strada dopo strada, lampione dopo lampione, questa versione aggiornata e imbrattata di pittura di Arturo e Geremia, la coppia di assistenti sciocchi dell’agrimensore K. nel Castello di Kafka, è impegnata a portare a termine nel giro di pochi giorni la propria allegra missione: rendere presentabili i supporti dell’illuminazione stradale cittadina.
Poche strade più in là, nel corso di una notte, sui larghi marciapiedi grigi sono spuntate praterie di piantine esilmente ancorate a un terriccio rossastro. Si tratta di piantine dalle foglie allungate che ricordano la dracena, benché non sia affatto sicuro che si tratti proprio di questa. Quello che è certo è che tale esplosione di natura risulta tanto repentina quanto ha l’aria effimera, come un sogno destinato a durare per lo spazio di pochi giorni.
Ancora più oltre, sorpassata una grande piazza, in una via sempre molto trafficata, proprio di fronte all’ingresso di un noto palazzo pubblico della città, è improvvisamente comparsa una palina dalla forma superiore arrotondata, a mo’ di ruota di bicicletta. La palina annuncia che tra pochi giorni lì sorgerà un’area di sosta (la n… esima) per il bike sharing. Sullo sfondo degli squillanti colori araldici dell’azienda dei trasporti cittadina è formulata la solenne promessa di un radioso futuro ciclabile.
È bello vivere in una città alla vigilia delle consultazioni elettorali. Tutto appare lindo, ordinato, efficiente. Ancora per pochi giorni.