Strawberry Fields forever

26 Maggio 2024

Brescia 1975. Liceo-ginnasio Arnaldo. Compito in classe di italiano, la traccia (banale) chiedeva il ritratto di un famigliare. Scrivo di mio nonno e inizio con l’immagine di lui che, quand’era stagione, si presentava per il pranzo festivo con un regalo per me: un mazzolino di fragoline di bosco nel nastro del cappello. Piacque assai alla mia insegnante che mi assegnò un bel nove. In quell’ambiente della buona borghesia cittadina il quadretto bucolico della provinciale, nipote di un contadino, nonché figlia di un falegname, dev’esser risultato pittoresco, oltre che straniante.

Ricordo anche, come uno dei pochi momenti di gloria del mio primo anno di ginnasio, di aver con sicurezza riconosciuto – unica in tutta la classe – le piantine di pomodoro portate dal professore che si improvvisava orticultore: tanta sapienza non mi valse però un buon voto in latino o in greco.

Confesso anche di avere un debole per il servizio di ceramica bon china Wild Strawberry di Wedgwood, non paga della fortuna di avere un giardino in cui le fragoline crescono spontanee ovunque, e potendo godere della grazia di questa piccola erbacea che dà, al contempo, fiori e frutti per tutto il mese di maggio e oltre. Fragraria vesca, questo il suo nome botanico che rende merito al profumo dei piccoli cuori rossi nel verde del prato: «odore di fragole rosse» recita l’indimenticabile novenario del Gelsomino notturno pascoliano, poesia per le nozze dell’amico Severino Ferrari dove il poeta-voyeur, come l’ape che tardi arriva trovando chiuse tutte le celle dell’alveare, spia il lume che sale alla camera da letto dove i novelli sposi giaceranno amorosi, e la felicità da cui è escluso.

È risaputo: nell’immaginario collettivo, la fragola è frutto legato all’eros. Sorvolo sulla scena hot di Nove settimane e mezzo. Più interessante è il fazzoletto ricamato che Otello regala a Desdemona, attorno al quale ruota la tragedia della gelosia: è picchiettato di fragole («spotted with strawberry»), e non tanto perché Shakespeare, come leggenda narra, ne fosse goloso. Una zingara egiziana lo diede alla madre del Moro raccomandandole di tenerlo sempre con sé perché l’avrebbe fatta apparire per sempre affascinante e le avrebbe garantito la fedeltà del marito. Perderlo o regalarlo le avrebbe causato grandi sventure. E Otello aggiunge:

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Nel suo tessuto c’è una virtù magica:
una Sibilla che aveva contato al mondo
duecento giri interi di sole
lo ha ricamato durante un’estasi profetica.
E i bachi che ne avevano
fatto la seta erano sacri.
Ed esso fu tinto con i colori che esperti dell’arte
ricavarono da cuori mummificati di vergini.

Da una Sibilla all’altra. Queste sono invece le fragole colte da un’innamorata Aleramo per Dino Campana. La poesia si intitola Nel bosco e viene dalla raccolta Selva d’amore:

Sono andata nel bosco
nel mattino ricco di luce
vagamente per te sperando cogliere
dalla musica tenera dell’aria
qualche fresco sussurro di parole,
ed ecco ti porto invece
solo un poco di fragole rosse,
profumano e brillano,
per la tua gioia, o amato.

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Sarà il colore rosso, la polpa sugosa, dolce e acidula, o la forma a cuore della bacca e la sua fragranza a eccitare i corpi e le menti. In vero, si tratta di un falso frutto, in termini botanici di un’infruttescenza, l’insieme di minuscoli acheni (i veri frutti) accolti in un ricettacolo carnoso. È una pianta perenne, con radici e fusto sotterraneo (rizoma) su cui si innesta l’apparato fogliare non meno attraente di fiori e frutti. Questo, composto da tre lembi ovali dai margini dentati, incisi da una rilevata nervatura centrale da cui si dipartono quelle laterali, è inserito su un lungo picciolo alla cui base si originano gemme che, a seconda di luce e temperatura, sortiscono in germogli di accestimento, infiorescenze o stoloni aerei filiformi capaci di colonizzare ampie aree. 

I fiori, all’apice di un asse centrale a cima bipara (o dicasio: sotto il fiore terminale si sviluppano due rami fioriferi simmetrici che si possono anche ripetere), sono semplici ed eretti, composti da cinque petali candidi poggianti su sepali triangolari. Al centro, il giallo ricettacolo dei pistilli disposti a spirale è circondato dagli stami maschili. Ogni pistillo ha un ovario contenente un ovulo che fecondato dà origine al frutto, l’achenio. Affinché la fragola abbia forma regolare è necessario che tutti i pistilli siano fecondati.

Il guaio è che tra le fragoline di bosco vegetano anche le “fragole matte” (Potentilla indica), anch’esse rizomatose e stolonifere, simili nelle foglie a tre segmenti e nel rosso del frutto, edule ma insipido. Non fatevi ingannare. Le differenzia il colore del fiore, giallo nella Potentilla, il portamento e la forma del falso frutto: pendulo e cuoriforme nella fragolina, eretto e sferico nella sua imitatrice fasulla.

potentilla

Vi saluto con Le prime fragole di Fabio Pusterla (da Folla sommersa 2004). Vent’anni dopo, da Gaza continuano a giungere notizie terribili, e non smette di assillarci l’interrogativo finale:

Strisci nell’erba bianca di margherite.
Sei vestito di rosso, hai una cuffia rossa in testa,
e nella mano destra un pelacarote che infilzi
nel terreno ancora molle di marzo, sempre avanzando
lentamente nel folto del prato. Sdraiato
sull’erba, con le margherite negli occhi. Sto scalando
l’Everest, mi dici. E anche le guance sono rosse di gioia.

Strisciavi ieri nel tuo Everest di margherite
e io ti guardo oggi nel ricordo e intanto ascolto la radio
in attesa di notizie terribili, e tu continui a strisciare felice
e la radio dice della bambina schiacciata da un panzer a Gaza
tu prepari una pozione con piume d’uccello per imparare a volare
io ti preparo le prime fragole rosse dell’anno e mi chiedo se gli occhi
dell’uomo che guidava il panzer avranno capito.

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Che ciascuno di noi possa avere il suo “posto delle fragole” dove, come il vecchio professore protagonista del capolavoro di Ingmar Bergman (1957), tornare a riconciliarsi con il proprio passato.

E che tutti i bambini travolti dalla violenza bellica possano tornare a scavalcare cancelli per giocare in un campo di fragole: Strawberry Fields forever.

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