Canicola, Diabolo, Eris / Fumetto e piccoli editori nella pandemia
Sono solo cinque, in tutto il mondo, i Paesi in cui “si fanno” i fumetti. Gli Stati Uniti (e un po’ il Canada), dove i comics sono nati; l’area francofona (Francia e Belgio), dove la bande dessinée è al pari dei libri “normali”; il Giappone, dove i manga vendono milioni di copie; L’Argentina, la terra delle historietas e di L’eternauta (in questi giorni di nuovo in edicola). E poi c’è l’Italia. Per tradizione, produzione, mercato, queste sono le cinque aree dove esiste un’editoria a fumetti. Eppure solo di recente le istituzioni italiane sembrano essersi accorte che il fumetto è una realtà importante (vogliamo chiamarla “un’eccellenza”?). Da circa un anno è attivo al ministero dei Beni culturali un Tavolo tecnico sul fumetto italiano, il cui primo esito è Promozione Fumetto 2021, un bando che mette a disposizione 644 mila euro per iniziative nel settore. Al tavolo siedono rappresentanti della Direzione generale biblioteche e istituti culturali, oltre a autori, esperti e rappresentanti di fiere.
Proprio le fiere sono il tasto più dolente di questo ultimo anno di pandemia, che per il mondo del fumetto ha significato la cancellazione di tutte le manifestazioni: niente Lucca Comics, niente Napoli Comicon, nessun festival, nessuna mostra, nessuna presentazione nelle librerie… lo stesso avverrà questa primavera, e sull’autunno prossimo è ancora tutto molto incerto. Le fiere e i festival sono importanti soprattutto per gli editori piccoli, indipendenti, che spesso sono anche quelli che sperimentano nuovi formati e nuove tematiche e dove crescono autori esordienti. Qui tre di loro – la bolognese Canicola e le torinesi Diabolo ed Eris – ripercorrono le vicende di questo ultimo anno.
Chiudono le librerie, ma si apre una rete
Mentre all’incirca un anno fa l’Italia chiudeva per fronteggiare la diffusione del Covid-19, tra gli autori e i disegnatori di fumetto si diffondeva una strana sensazione. Oltre al turbamento e alla preoccupazione per le notizie che arrivavano, per i quotidiani bollettini che riferivano sulle curve dei contagi, c’era anche un vago senso di rivincita: improvvisamente tutti gli italiani si ritrovavano a vivere come vive normalmente un fumettista, recluso in casa a disegnare, soprattutto quando ha una scadenza da rispettare. Poi, per chi fa un mestiere non immediatamente utile a contrastare l’epidemia, c’era anche una domanda che si imponeva: che cosa posso fare io? Che contributo posso dare? Diversi autori ed editori hanno risposto, in quel periodo, mettendo a disposizione on line, gratuitamente, i loro libri in versione digitale. Le librerie “fisiche”, invece, dopo l’improvvisa chiusura, tentavano di correre ai ripari con spedizioni e consegne a domicilio.
Gabriele Munafò (Eris Edizioni): I librai si stavano muovendo in maniera incredibile: in pochissimo tempo erano riusciti a riorganizzarsi. Così ci siamo detti: proviamo ad affrontare anche noi questa situazione, questo problema enorme, puntiamo a creare un senso di comunità e di supporto a queste realtà, da cui noi stessi dipendiamo. Noi abbiamo sempre provato a sensibilizzare i lettori sui meccanismi dell’editoria, sul fatto che l’editore fa parte di una lunga catena e che un anello dipende dall’altro.
È nata così l’iniziativa “Adotta una libreria”. Ogni settimana una libreria indipendente o una fumetteria veniva “adottata” da Eris e dagli altri editori che man mano si univano all’iniziativa. Il meccanismo era molto semplice: acquistando un libro sul sito di Eris (e degli altri editori) sarebbe stato come comprarlo in quella libreria, che quindi avrebbe ricevuto la stessa “quota” di un libro venduto fisicamente.
Gabriele (Eris): Abbiamo avuto un riscontro pazzesco fin da subito. È stata la prova che tantissime librerie negli anni hanno costruito una comunità attorno a loro e il fatto di poterle sostenere in questo modo è piaciuto tantissimo.
Alla fine sono stati venduti 1.700 libri, raccogliendo più di 10 mila euro a sostegno di 72 librerie indipendenti in 37 città.
Liliana Cupido (Canicola, tra gli editori che hanno aderito all’iniziativa): Un’idea geniale! In questo modo abbiamo rimesso in vita il nostro catalogo e non necessariamente solo le pubblicazioni più recenti, perché ogni libreria virava la promozione su determinati titoli. Abbiamo rinsaldato i rapporti con le librerie, abbiamo ripreso in mano i telefoni, abbiamo ripreso dei confronti con persone con cui è bello dialogare, con cui siamo in sintonia.
Occasioni mancate
Il mondo del fumetto segue un suo calendario particolare: le nuove uscite e la promozione si concentrano in due momenti dell’anno, la primavera e l’autunno, in corrispondenza delle fiere e dei festival più importanti. Per alcuni editori l’anno comincia con un appuntamento non strettamente legato al fumetto, la Bologna Children’s Book Fair, una delle fiere più importanti al mondo per quanto riguarda l’editoria per ragazzi. Dopo un lungo periodo in cui gli editori di fumetti si sono concentrati nel tentativo di raggiungere un pubblico adulto, negli ultimi anni in effetti si è tornati a proporre fumetti per i più piccoli, e la fiera di Bologna del 2020 doveva essere il riconoscimento di questo percorso. Prevista dal 30 marzo al 2 aprile 2020, è stata prima rimandata (a maggio 2020) e poi definitivamente cancellata.
Riccardo Zanini (Diabolo Edizioni): La fiera di Bologna doveva per la prima volta dare spazio al fumetto: c’era la sensazione che il fumetto per piccoli stesse avendo un’attenzione in crescita e noi avevamo anche il libro giusto! Pistillo di Marco Paschetta, il primo titolo della nostra collana per bambini: Peperini.
Liliana (Canicola): Ci sentivamo forti della candidatura di Diana sottosopra di Kalina Muhova, uscito nel 2019 nella nostra collana per ragazzi “Dino Buzzati" e inserito nella selezione del Bologna ragazzi Award. Per noi quella fiera del libro sarebbe stata molto importante, perché avevamo iniziato a ricevere mail da editori da tutto il mondo, appena si è saputo della candidatura, interessati al libro. Ci sembrava proprio che si aprissero delle porte. Poi c’era il centenario di Rodari e noi dovevamo uscire con Vacanze in scatola di Tuono Pettinato e Martina Sarritzu, che era un po’ il nostro omaggio a Rodari.
Un anno senza fiere
È consuetudine, tra gli autori di fumetti, fare un disegno originale al posto di una semplice dedica a chi compra un libro. Si spiegano così le leggendarie, lunghissime file che si formano negli stand o nelle presentazioni a cui è presente un autore famoso. E si può intuire facilmente quanto questa abitudine aiuti le vendite. Ma per tutto il 2020 questo non è accaduto. Sono saltate prima le fiere e i festival primaverili (il Napoli Comicon, il romano Arf!), poi, dopo una tregua estiva, l’autunno ha portato con sé le zone gialle, arancioni e rosse, e di conseguenza un nuovo stop per tutte le manifestazioni (Treviso Comics, Lucca Comics, Bilbolbul a Bologna) oltre a tutte le mostre e le presentazioni. Una mancanza importante. Pensiamo solo a una fiera come quella di Lucca: nel 2019 i biglietti venduti sono stati 270 mila. Per un editore di fumetti – sopratutto se piccolo – da nessun’altra parte esiste una platea così ampia di potenziali lettori.
Gabriele (Eris): Il fatto che non ci siano fiere è un grande problema. Sicuramente per una questione economica, perché sono entrate dirette e immediate. In più c’è un senso di alienazione nei confronti del lavoro che facciamo: per noi il fatto di lavorare mesi a un libro, stamparlo e poi andare a una fiera con l’autore, incontrare i lettori… ti dà il senso che stai facendo qualcosa di reale, di concreto, che c’è qualcuno che riconosce il lavoro. Invece adesso a volte ci diciamo: ma l’abbiamo fatto veramente il libro? È uscito veramente? Cerchiamo di sopperire con gli eventi on line, ma è più difficile avere un riscontro reale. Colmare a tutti i costi questa mancanza è il compito che stiamo affrontando.
Alcuni libri sono pensati per essere pubblicati in occasioni specifiche, e spesso anche l’attività di promozione è calendarizzata per tempo.
Liliana (Canicola): Una grande mancanza è stata quella del festival Bilbolbul, che per noi è il festival fulcro, il cuore della nostra produzione. Dovevamo portare come ospite Émilie Gleason, l’autrice di Ted un tipo strano (un fumetto che racconta la sindrome di Asperger, ndr): la sua presenza avrebbe sicuramente cambiato le sorti di quel libro. Era previsto un tour in collaborazione con l’Alliance Française che andava da Bologna a Roma a Fano… Si è parlato comunque parecchio del libro, ma la mancanza dell’autrice e di quello che avrebbe potuto provocare come cassa di risonanza è stata molto penalizzante. È un libro che in Francia ha vinto premi su premi, che è stato riconosciuto anche a livello pedagogico… insomma è un libro che è esploso, in lingua francese. Qui, secondo noi, non è stato realmente compreso.
Riccardo (Diabolo): Il titolo che ha pagato il prezzo più alto è stato forse La radura di Antonia Khün. Antonia è un’autrice tedesca, della scuola di Amburgo, ed era stata invitata dal Goethe Institut al Salone del libro di Torino: avremmo dovuto fare una sua mostra nei giorni del Salone e attraverso il Goethe eravamo riusciti a organizzare un tour in Italia. Il libro tra l’altro è una storia drammatica, ma anche di rinascita (racconta l’elaborazione del lutto da parte di Paul, un ragazzino che ha perso la madre, ndr).
Ripensarsi
Tra titoli slittati e una produzione per forza di cose rallentata, gli editori hanno cominciato a riorganizzarsi alla luce della nuova situazione. La navigazione è ancora a vista, ma non mancano energie e idee.
Elisabetta Tramacere (Diabolo): La situazione non è stata del tutto negativa perché ci ha permesso di accelerare su alcune aspetti in cui eravamo carenti, come la comunicazione sui social, la vendita on line, le attività di pre-order. Erano cose che dovevamo fare da tempo, ma non riuscivamo mai a metterci mano per carenza di tempo. L’assenza delle fiere ci ha costretto a occuparcene. Eravamo arrivati a fare dodici fiere nel 2019: in pratica eravamo in un ciclo continuo di scouting, realizzazione dei libri e fiere.
Gabriele (Eris): È come se tutto il mondo fosse più lento: le recensioni, i lettori, la vita dei libri in generale… e non si può ignorare il fatto che le persone sono disposte a spendere meno soldi. L’editoria è un mostro che butta fuori novità a tutto andare in maniera quasi insulsa, questa situazione per noi ha sottolineato ancora di più i problemi di questo meccanismo. Abbiamo deciso di diminuire di un paio di titoli all’anno per cercare di dare più attenzione agli autori, anche perché mancando le fiere la promozione del libro è molto difficile, e siamo di nuovo in un momento in cui non sappiamo cosa succederà tra un mese. Bisogna lavorare a vista.
Liliana (Canicola): Nonostante tutto, la produzione editoriale non si è bloccata, abbiamo capito che l’unica soluzione era quella di non smettere di avere delle visioni a lungo termine, non smettere di progettare libri. Proseguiamo la promozione dei giovani (come nel caso di Padovaland, esordio di Miguel Vila, di cui aveva scritto qui Edoardo D’Amico), e privilegiamo la produzione piuttosto che la traduzione.
Gabriele (Eris): Abbiamo dovuto fare delle scelte, far slittare delle cose. Doveva uscire il secondo volume di Visa Transit di Nicolas De Crecy (del primo avevamo parlato qui) che è uno dei nostri autori di punta, invece uscirà il prossimo giugno. È una scelta opposta rispetto a quello che hanno fatto altri editori, che in un momento di insicurezza comprensibilmente hanno deciso di puntare sui loro autori più affermati. Noi invece ci siamo concentrati sul lavoro con autori italiani esordienti per evitare che fossero ulteriormente penalizzati. A novembre è uscito Ultima goccia di Andrea De Franco (è una delle avventure surreali tipiche della produzione Eris, in questo caso il protagonista è un omino con la testa a forma di tazzina di caffè, ndr).
Non solo graphic novel
Tra le ultime uscite di Canicola e di Diabolo ci sono delle antologie, una soluzione diversa da quella del graphic novel che negli ultimi anni è diventata preponderante. In entrambi i casi presentano le storie di cinque autrici, ma l’idea alla base dei due volumi è molto diversa. In Materia Degenere 2 (Diabolo) cinque autrici – Ferraglia, Nova, Roberta Scomparsa, Louseen Smith, Upata – hanno raccolto e manipolato a modo loro gli spunti narrativi di Tuono Pettinato, sotto la guida dell’editor Matteo Contin. A.M.A.R.E. (Canicola) racconta invece l’adolescenza scavando nelle esperienze e nei ricordi delle cinque autrici – Amanda Vahamaki, Martina Sarritzu, Alice Socal, Roberta Scomparsa, Eliana Albertini – le cui iniziali formano l’acronimo che dà titolo al volume.
Riccardo (Diabolo): Fino a qualche anno fa l’antologia era molto legata al mondo delle autoproduzioni, con Materia degenere abbiamo pescato in quel territorio confezionando però un libro, un prodotto in grado di andare in libreria: è stata un’idea che ha funzionato. Anche per gli autori è una bella misura, una storia né troppo breve né troppo lunga (30 pagine) con cui cimentarsi prima o oltre la graphic novel. Soprattutto nel caso di autori esordienti, iniziare con storie di 200 pagine può essere rischioso. Mentre l’antologia in qualche modo riprende la tradizione delle riviste.
A.M.A.R.E. invece fa parte di un progetto più ampio di Canicola, “Dalla parte delle bambine”, che mira a combattere gli stereotipi di genere e la discriminazione attraverso l’educazione ai sentimenti fin dalla prima infanzia. Con libri a fumetti ma anche con laboratori e attività didattiche.
Liliana (Canicola): Con A.M.A.R.E. volevamo rivolgerci a degli adolescenti, a ragazzi di 17, 18 anni. Abbiamo quindi chiesto alle autrici di ragionare di pancia, di pensare a che cosa poteva essere urgente raccontare a degli adolescenti oggi. Ci sembrava interessante il loro punto di vista. E da un primo lancio di suggestioni sono subito venute fuori delle parole chiave e dei fili rossi incrociati: crescere, amicizia, amore, sesso, scoperta del proprio corpo, ricerca di un’identità…
Tra le novità di Eris, invece, c’è Il viaggio di Marco Corona, un’avventura tutta ambientata in una villa abbandonata con un passato misterioso, dove i bambini vanno a giocare e i tossici a drogarsi. Il titolo fa parte del progetto Stigma, un’etichetta e insieme un collettivo dove gli autori possono portare avanti i loro progetti più personali e radicali. Nata nel 2017 su impulso del fumettista Akab, Stigma dal 2018 è diventata una sorta di etichetta nell’etichetta nel catalogo Eris, che si occupa di distribuirne i titoli lasciando però totale indipendenza.
E il futuro?
In piena terza ondata di contagi, l’orizzonte è ancora molto incerto anche per l’editoria a fumetti. Non ci sono fiere previste per questa primavera, mentre la Bologna Children’s Book Fair (che però è riservata agli operatori del settore) dovrebbe tenersi dal 14 al 17 giugno. E per il prossimo autunno? È un po’ difficile immaginare che una fiera come Lucca Comics & Games, che normalmente ha decine di migliaia di visitatori (ed è proprio questo il valore aggiunto per gli editori), possa svolgersi con le stesse modalità di sempre. Nonostante le incertezze, nel corso della primavera non mancheranno le proposte targate Eris, Diabolo e Canicola.
Oltre al secondo volume di Visa Transit, Eris ha appena annunciato l’esordio della fumettista Valo in Cronache di Amebò, ambientato in un mondo parallelo coloratissimo e super pop, popolato da creature improbabili come Ugo (un essere dalla testa di pesce) o Paperolla. Un’anteprima si può vedere sul profilo Instagram dell’autrice.
Canicola si prepara alla prossima Bologna Children’s Book Fair, in programma a giugno. Per il 2021 l’editore ha raddoppiato l’investimento, con due nuove uscite nella collana per ragazzi. In programma c’è anche un nuovo albo Sudaca, una collana di fumetti in formato “gigante” unica nel suo genere.
Anche Diabolo punta alla Fiera di Bologna: in uscita c’è un nuovo titolo della collana Peperini, un’avventura estiva sul superamento delle paure firmata da Anna Conzatti (l’originale in francese si intitola Bricoles & Bestioles). Tra i graphic novel invece è in arrivo a giugno, per opera di Federico Appel e Simone Saccucci, This Machine: una rocambolesca avventura on the road nell’America degli anni ’50, con protagonisti Woody Guthrie e Pete Seeger, i due padri della musica folk Usa.