“ciò che fa” lascia il posto a "ciò che è” / Sub YouTube

6 Luglio 2019

Continua l'immersione antropologica nel torbido mare di YouTube e per non rischiare un’embolia chiedo aiuto a Zeno, 13 anni e una solida esperienza sul campo. Quando gli mostro alcuni video, mi avvisa subito che sono in una zona a rischio perché mi sto inoltrando negli abissi più oscuri del trash. Mi spiega che sto guardando una “reaction”, dal che comprlendo che mi sta iniziando a una logica di sottogeneri della quale avevo il sentore, ma non la contezza. Comprendo dunque che è necessario ricominciare da capo, per non fare una brutta figura, e inizio a muovermi osservando con circospezione il panorama subacqueo.

 

 

Da un punto di vista comunicativo, il video di uno youtuber possiede uno statuto ibrido. Non è un testo chiuso e costruito, come un film o una serie tv, dunque non si presenta con una narrazione strutturata. Non è neanche una diretta televisiva, come una partita di calcio o di tennis, ma semmai potrebbe definirsi “in differita”: live ma registrato. Potrebbe essere assimilato alla formula del documentario educational e in effetti i cosiddetti tutorial vi si avvicinano molto. Ma il video-tipo della celebrità youtuber prevede su tutto una co-presenza tra ciò che si vede e ciò che viene affermato o commentato. Attraverso la propria presenza corporea lo youtuber simula di continuo un’interazione con il viewer, con il visualizzatore. Lo “sguardo in camera” è frequente se non obbligatorio, così come le convocazioni: ciao ragazzi, iscrivetevi, inserite like, e richieste simili. 

 

 

I contenuti con cui un canale youtube viene aperto rispecchiano una pura logica di genere, per esempio il gaming, potenzialmente interessante per un’ampia fetta di utenti. Gli stessi youtuber si distinguono a seconda delle competenze. Non va confusa la categoria degli streamer (coloro che giocano in diretta, spesso su Twitch, altra piattaforma specificamente dedicata), con quella dei più dozzinali e generici youtuber, ovvero coloro che, tramite post-produzione, montano pezzi di partite giocate in precedenza. A una categoria di classe superiore appartengono i pro-player, ad esempio i virtuosi di Call of Duty o Fortnite, e solo pochi possono fregiarsi di tale titolo. Approfondendo la questione, si avverte, però, che in molti casi il gaming è in parte un pretesto: anche Favij non è tanto famoso per il gioco in sé, ma per i commenti ironici e divertenti che egli aggiunge alle azioni e alle situazioni ludiche. Riaffiora la sensazione che la logica prevalente nel mondo degli youtuber sia l’entertainment, e in specifico la presa in giro, la burla, lo scherzo, attraverso forme che spesso si spingono fino al dileggio e alla zuffa verbale. Ad esempio, vengono mostrate sessioni live di videogioco con commenti, informazioni e trucchi, ma sovente quei commenti si trasformano in vere e proprie gare di contumelie reciproche tra giocatori, con tanto di visualizzazioni degli insulti a mo’ di sottotitoli. Non va dimenticato che quello degli youtuber è per la maggior parte un universo fatto da, e pensato per, adolescenti, i quali si divertono a rendere pubblico e condiviso ciò che in una scuola, in un condominio o in un autobus sarebbe considerato inopportuno o vietato. 

Provo a comprendere allora in modo più dettagliato il caso de ilvostrocaroDexter. Costui nasce all’interno dell’universo gaming, descrivendo – come fosse una guida locale – una realtà simulata del tutto interna all’universo dei videogiochi. Titoli come “rapiniamo e picchiamo” oppure “massaggio sexy alla thailandese” risultano malevolmente attraenti per il loro contenuto deviante. Guardandoli si capisce però che non bisogna aspettarsi un soft-porno ma solo una serie di azioni compiute all’interno di una partita di videogame. Un po’ come dire “facciamo che eravamo dei banditi…?” e grazie a ciò potersi lasciare ad ogni sorta di turpitudine: tanto è un gioco. 

 

 

Una volta che lo youtuber Dexter a forza di reiterati upload quotidiani ha conquistato la propria identità, correlata a un ampio seguito di fan e seguaci, ecco che improvvisamente inizia a uscire dall’angusto mondo virtuale, proponendoci un giorno di ordinario turismo enogastronomico all’isola d’Elba, degno di Osvaldo Bevilacqua e del suo Sereno variabile

 

 

 

Nel corso del tempo i contenuti legati al genere gaming si riducono, e Dexter improvvisamente sterza verso contenuti misti, che prevedono “challenge”, ovvero sfide impossibili, per poi approdare alla golosa dimensione dei temi calcistici, buona per tutte le stagioni.

 

 

L’ esempio dimostra in modo palese la logica di micro-celebrità che muove questo universo: la notorietà e il legame con i subscribers sono l’oggetto da conquistare. Una volta ottenuto quello, si può provare a mutare con disinvoltura il genere di riferimento, grazie al feedback immediato da parte degli utenti che ne verifica l’efficacia. Una modalità non dissimile da quella delle varie creature vaganti nella televisione generalista le quali, attraverso presenze in show di vario tipo, acquisiscono una notorietà tale che, finché dura, li rende neutri rispetto al genere di provenienza. Anche il mondo dei bambini attira ampissimi numeri di visitatori – le classifiche palesemente lo dimostrano – coniugandosi con più facilità a logiche commerciali affini ai media tradizionali. È il caso dei Me contro te che conducono da tempo programmi televisivi su Disney Channel, assecondando un processo cross-mediale che dal web arriva alla tv. Gli youtuber per bambini sono infatti molto attenti a fornire contenuti privi di volgarità, in modo da poter essere facilmente traslati su altre piattaforme mediali.

 

Uno youtuber si definisce tale, quindi, attraverso un processo di identificazione tra il proprio canale, i contenuti proposti e la propria specifica identità personale, a partire da ciò che vuole mostrare di sé. Progressivamente il “ciò che fa” lascia il posto al “ciò che è”: ci si dimentica del perché si è iniziato a guardarlo perché intanto ha acquisito identità e notorietà. Sia esso un lui, una lei, oppure un duo o un gruppo, il brand-youtuber assume il ruolo di un personaggio costruito a partire da una propria narrazione. Un lavoro di mantenimento e cura della propria notorietà quotidiana che non prevede pause. Del resto, si tratta di contenuti che non rappresentano opere d’arte immortali bensì prodotti usa e getta: frammenti di esternazioni mescolate ad azioni studiate. Vistone uno, il giorno dopo se ne attende subito un altro, perché sono contenuti dallo statuto performativo e non estetico, che tendono ad assomigliarsi tra loro proprio perché fortemente orientati alle aspettative medie del pubblico. Non sono degni di una visualizzazione ripetuta come può esserlo un film o una canzone. Proprio per questo il processo di fruizione assomiglia a un abbonamento gratuito a un servizio di entertainment, che come tale non può essere interrotto. 

 

Ed è ciò che tra l’altro genera una sindrome oramai acclarata – il burn out da youtuber – ovvero la crisi da stress dovuta alla necessità di caricare, e dunque dover dire o fare continuamente qualcosa sul proprio canale. Due di loro, Shy del canale Breaking Italy e Yotobi – che per gli standard anagrafici del medium è un veterano di “mezza età”– confessano candidamente in un podcast le loro reciproche condizioni psicologiche di stress, e fanno un’angosciata affermazione sul loro mestiere: siamo i primi ad avere fatto questa cosa e non abbiamo termini di paragone col passato. Un po’ come essere stati i primi ad avere fatto trasmissioni radiofoniche, o i primi a salire su un palco con una chitarra elettrica mentre migliaia di persone urlano. Sull’alienazione da divismo, The Who avevano realizzato un’opera memorabile come Tommy. Difficile attendersi pari risultati. 

 

 

Oltre il lato mainstream di youtube – quello da milioni di visualizzazioni che mira a massimizzare la quantità a tutti i costi senza alcun freno inibitorio – ci sono nicchie a un gradino inferiore di notorietà, pur degne di interesse. Il caso di Follettina Creation serve a dimostrare che per diventare youtuber è davvero sufficiente accendere una videocamera e raccontarsi, senza filtri. Siciliana trasferita a Tolmezzo, ella restituisce una cronaca costante delle sue normali giornate, raccontandosi come potrebbe fare dinanzi a una vicina di casa: canta stonando, fa il pane in casa, cucina, si trucca, va dall'estetista per rimuovere i “baffetti”, è appassionata di bambole reborn (repliche di neonati in silicone) e richiede regali e contributi a causa della propria condizione economica non agiata. Per questa sorta di candida auto-umiliazione, della cui portata sembra solo in parte inconsapevole, Follettina Creation è divenuta una celebrità youtuber. La sua progressiva trasformazione da brutto anatroccolo a diva digitale le ha fatto ricevere un invito in qualità di “ospite choc” a Pomeriggio Cinque da parte di Barbara D’Urso, che con molta grazia le ha chiesto, tra le varie gentilezze, se ancora si lavasse i capelli una volta alla settimana, come sembrava emergere dai suoi video. 

 

 

Il mondo subacqueo di YouTube si presenta dunque come un territorio retto da codici misteriosi che emergono da profondità così nascoste da spingerci a chiedere se non meritassero di restare tali. La mia guida tredicenne cerca però di rincuorarmi, assicurandomi che all’interno di questa massa liquida si muovono anche creature di specie diversa. A partire dallo stesso Yotobi che fu tra i primi ad apparire in questo mondo, attraverso surreali recensioni di film di serie “z” ma con ritmi molto più cadenzati rispetto allo stile compulsivo trash mainstream, e che è poi approdato a un vero e proprio format-youtube denominato Late Show, di lettermaniana memoria. 

 

 

Le sue recensioni improvvisate sono dunque evolute in un prodotto più strutturato e confezionato, di livello più alto, anche se pur sempre di taglio ironico, per uno youtuber che oramai è divenuto adulto. Tra una recensione su La La Land e una “Lettera Aperta ad Aldo, Giovanni e Giacomo”, Karim Musa (alias Yotobi) nell’ultimo anno ha ospitato J-Ax, Francesca Michielin e Favij, trasformandosi quasi in un late show vero e proprio, magari aspirando a un salto verso la televisione. 

Per finire, è d’obbligo citare Luis, un caso di meta-youtuber di culto che solo in apparenza si cimenta con alcuni dei temi più comuni, come le challenge sul cibo oppure ricette su come ampliare i propri muscoli. In realtà all’interno del genere realizza una vera e propria forma di innovazione linguistica. 

 

 

La presenza fisica e corporea dello youtuber come protagonista è sempre al centro, ma non si tratta del solito coatto seduto sulla poltrona da gamer che blatera porcherie. Luis compie vere e proprie performance in vari luoghi (Bologna e oltre), arricchendo il video di suoni, effetti, scritte, montaggi, in un ibrido che mette assieme molti codici, dal trailer al videoclip alla tv, con un effetto finale che è sempre ironico e raramente greve.

 

Mentre riemergo alla superficie dopo una lunga immersione in questo universo, mi resta la sensazione di qualcosa che è ancora in divenire, dove si sperimentano molte cose, con l’estemporaneità di un medium virtualmente molto potente, alla portata di tutti, che può arrivare dovunque. Il quotidiano, il familiare, l’essere dilettanti e adolescenti: ecco una miscela esplosiva e incontrollata che sta trasformando le modalità comunicative dell’audiovisivo.

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